La mattina abbiamo visitato il Museo della Bomba di Hiroshima. Questo museo si trova su un’isola all’interno del fiume sulla quale c’è anche il Memorial Park. All’interno del Parco ci sono diversi monumenti, uno dedicato a chi morì il 6 Agosto 1945, l’altro ai bambini in particolare, uno dedicato ai coreani morti etc.etc. e poi c’è la fiamma : questa fiamma arde per la pace e arderà finchè non saranno completamente scomparse le armi atomiche dalla faccia della Terra. Il messaggio che il Memoriale e museo lanciano è infatti un messaggio di pace, pace che non può esistere se nel mondo continuano ad esistere armi di di distruzione di massa. Non fu “sbagliato” e “disumano” il lancio della bomba, è la guerra stessa (e il conseguente utilizzo di determinate armi) ad esserlo.
Il Museo così come mi era piaciuto l’anno scorso mi è piaciuto ancora tanto, purtroppo anche stavolta abbiamo dovuto vederlo un po’ di corsa perché il treno partiva (siamo comunque stati più di due ore). Una parte è storico/scientifica : la storia di Hiroshima, le vicende che hanno portato al lancio, la guerra in Cina e poi anche informazioni sulla fusione atomica e sulla fissione atomica (una alla base della bomba H e l’altra alla base della bomba atomica appunto). Poi c’è la parte più drammatica con vari oggetti tipo il famoso orologio che si è fermato alle 8,15, cose appartenute a bambini che sono stati uccisi etc.etc e tutte le storie di varie persone (alcune al limite del raccapricciante in quanto a dettagli…). La terza parte, che purtroppo abbiamo visto frettolosamente, è quella delle testimonianze con vari video degli hibakusha (così si chiamano i sopravvissuti) che in una sorta di documentario raccontano cosa è successo quel giorno e così via.
Insomma un tuffo nel passato educativo e per certi aspetti drammatico. Abbiamo notato con piacere che il sito è molto frequentato da scuole e bambini.
Dopo abbiamo preso il treno per Osaka! Appena arrivati ci siamo resi conto di essere in un posto incasinato… non potete immaginare la stazione!! Vi dico solo che per passare dal treno con cui siamo arrivati al treno “cittadino” abbiamo seguito un percorso di collegamento di circa 2 km completamente sotto terra!! Sembrava una città sotterranea piena di negozi, ristoranti etc.!
Trovare l’hotel è stato un casino! Ci siamo persi! Per fortuna ci siamo imbattuti nell’unica persona che conosce sicuramente la zona alla perfezione, indovinate chi? Il postino! SBAGLIATO!!!! Cioè.. abbiamo chiesto al postino, ma non sapeva una ceppa! E invece di dire : “Non so una ceppa” … ci ha mandato nel posto sbagliato! Per fortuna io e Stefano abbiamo nasato subito la sua incompetenza e non abbiamo dato retta alle sue indicazioni disastrose. Poi abbiamo chiesto ad un tipo che noleggiava biciclette (ho dovuto insistere con Stefano dicendo “chiediamo no?” … lui non vuole mai chiedere!!! Mica siamo a Piacenza, bello!).Manco lui sapeva dove fosse l’hotel (che si trovava a 100 metri da lui!) e ha quindi sfoderato una fantastica cartina! Non era una cartina normale bensì una super dettagliata di solo quell’isolato, grande come un lenzuolo, con scritti gli “indirizzi” per bene!
In Giappone un indirizzo si scrive così : 1-2-3- Pincopallo, Pincopallino, Oreste
L’indirizzo si “decifra” da destra verso sinistra. Oreste è la città. Pincipallino è la circoscrizione. Pincopallo è il quartiere. 3 è un grande agglomerato di case (il quartiere è diviso in tot agglomerati). 2 è l’isolato (ogni agglomerato è diviso in isolati). Ed infine 1 è il numero dell’edificio all’interno dell’isolato. Questo numero “finale” non viene assegnato con un ordine sensato ma bensì in ordine cronologico di costruzione!
Per fortuna il tipo ha saputo decifrare rapidamente l’indirizzo che avevamo a disposizione e ha trovato esattamente l’edificio sulla mappa : facile, no? J
L’hotel era simile a quello del giorno prima, senza il “benefit” della zona termale. La stanza è una specie di loculo con una specie di bagno e una specie di finestra e una specie di letto (però molto comodo). E poi c’è un televisore al plasma da 250 milioni di pollici totalmente inutile e fuori luogo, ahahah. Stavolta tra la finestra e il muro del palazzo di fronte c’erano ben 2 metri !
Dopo esserci riposati un po’ siamo usciti per raggiungere il Shitenno-ji, il più antico templio zen del Giappone! Purtroppo la sua meraviglisiotà sta soltanto in questo, in quanto a vederlo è piuttosto deludente e desolato. Per altro adiacente c’è una scuola il cui ingresso E’ una parte del complesso zen… che io ho scambiato per l’ingresso nel complesso! Mi sono avvicinata tipo al guardiano e gli ho detto “We have to pay?” (perché ci guardava male quindi pensavo che pensasse che volessimo entrare senza pagare!) e lui con la faccia super attapirata ha risposto “No, this is the school”. AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!! Mi scompiscio da ridere ogni volta che penso alla sua faccia! Invece Stefano invece di ridere mi fa “Ma devi anteporre il verbo al soggetto quando fai una domanda!”… ma che c’entra? Ahahahahah!!!!!!!
Dopo ci siamo diretti a piedi verso la zona Namba, quella della vita notturna! Abbiamo deciso di andarci a piedi per vedere un po’ la città : Osaka ci è sembrata la più “italiana” di tutte le città che abbiamo visto, quella meno “perfetta” con la gente un po’ più allegrona e qualche zona lasciata andare. Questo non ha tolto fascino né originalità alle viette che abbiamo attraversato, assistendo a scenette di vita quotidiana. Siamo passati anche davanti alla scuola dei salesiani! Poi abbiamo attraversato il tempietto con dei gatti che litigavano. Poi in mezzo a tanti negozietti di cianfrusaglie a poco prezzo ne abbiamo scovato uno che vendeva amplificatori professionali da 20.000 euro! Poi un negozio di dischi vecchissimi per veri collezionisti! Dopo circa 3 km siamo arrivati al Namba Parks! Questo è un complesso di negozi, cinema etc, costruito cercando di mantenere il contatto con la natura. Su ogni piano infatti c’è un rigoglioso giardino e le piante rampicanti ridiscendono per tutto il complesso. E’ molto suggestivo!
La zona di Namba è forse il posto più allucinante dove io e Stefano siamo mai stati, ha surclassato la stazione di Kyoto in quanto a CASINO ALLO STATO PURO. E’ una sorta di Blade Runner futuristico, cartelloni numerosi ovunque, maree di persone che si muovono, negozi assurdi e ristoranti ancora più pazzeschi. E’ davvero difficile poter descrivere questo intricato dedalo di gallerie, vie, viuzze, strade e negozi, tutti colorati e rumorosi, bombardati di suoni, odori, voci e circondati da persone anche molto stravaganti. La domanda che Stefano si è posto subito è stata : “Anche le nostre città diventeranno così?”. E’ la sensazione che ho provato anche io, più che una sensazione una domanda: “Siamo nel futuro?”.
Guardate l'ampiezza di queste strisce pedonali
Stefano ha assaggiato finalmente i takoyaki! Polpette di pastella con dentro un pezzettino di polipo. Specialità di Osaka ma amate in tutto il Giappone!
Dato che io non vado in bagno da circa 7 giorni (ahahaha) abbiamo anche avuto la fantastica idea di entrare in un Drug Store per comprare una medicina adatta. Per fortuna ne abbiamo beccato uno che accanto ad ogni medicina aveva una figurina illustrata che doveva simboleggiare il malanno che dovrebbe curare. Voi che tipo di immagine avreste cercato??? Ahahaha.
Questi puliscono l'intestino!
I ristoranti avevano fuori delle rappresentazioni in plastica GIGANTI dell’animale che vi cucinavano all’interno :
Granchio gigante!
Piovra!
Sushi (la manina che ne prende un pezzo! e .. fugu! (pesce palla)
Drago!
Noi abbiamo optato per il sushi sul nastro trasportatore, solo 130 yen a piattino!
Alla prossima giornata 🙂